PREFAZIONE
PRIMA PARTE
INTRODUZIONE
BIBLIOGRAFIA
SECONDA PARTE
DALLA PRIMA VISITA AL PIANO DI TRATTAMENTO DEFINITIVO VISITA
• ANAMNESI
• ESAME CLINICO
PROTOCOLLO RACCOLTA DATI DENTI
PROTOCOLLO RACCOLTA DATI TESSUTI MOLLI
PROTOCOLLO RACCOLTA DATI STRUTTURE EXTRAORALI
• ESAME FUNZIONALE
• ANALISI ESTETICA
• ESAME RADIOGRAFICO
PIANO DI TRATTAMENTO PRELIMINARE
VISITA DI RIVALUTAZIONE
A. CONTROLLO DI PLACCA
B. CAMBIAMENTI CLINICI DOPO RIABILITAZIONE IGIENICA ORALE (RIO)
C. DENTI DA ESTRARRE
D. NECESSITÀ DI TRATTAMENTI ENDODONTICI
E. NECESSITÀ DI TRATTAMENTI CONSERVATIVI
F. NECESSITÀ DI TRATTAMENTO PROTESICO
G. NECESSITÀ DI MOLAGGIO SELETTIVO
H. NECESSITÀ DI TRATTAMENTO ORTODONTICO
I. NECESSITÀ DI TRATTAMENTO PARODONTALE CHIRURGICO
L. NECESSITÀ DI TRATTAMENTO IMPLANTARE
DEFINIZIONE DEL PIANO DI TRATTAMENTO DEFINITIVO
FATTORI DI RISCHIO PROTESICO NON STOMATOLOGICI
FATTORI DI RISCHIO PROTESICO STOMATOLOGICI
FATTORI GENERALI
ELEMENTI DI SUPPORTO
FATTORI DI RISCHIO PROTESICO MECCANICI
BIBLIOGRAFIA
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PREFAZIONE
Fin dagli inizi della mia attività didattica, nel presentare agli allievi casi protesici già trattati, oppure nel discutere con loro piani di trattamento più o meno complessi, alla fine della sessione mi sono sentito immancabilmente rivolgere delle domande a cui era sempre difficile dare una risposta semplice, immediata ed esaustiva; tali domande riguardavano, quasi sempre, il perché in pazienti diversi, che apparentemente presentavano un quadro clinico molto simile, avevo spesso effettuato delle scelte terapeutiche diverse:
“Perché in questo caso hai estratto un dente mentre nell’altro caso simile no?”
“Perché hai effettuato terapie endodontiche mentre altre volte no?”
“Devitalizzi sempre i pilastri protesici?”
“Perché hai coinvolto nel progetto protesico degli elementi dentali che non avevano necessità di protesi?”
“Perché hai escluso dal progetto protesico alcuni elementi?”
“Perché hai unito protesicamente quegli elementi che potevano anche essere ricostruiti in modo singolo?”
Per poter rispondere a queste ed altre domande similari era necessario spiegare, cosa non sempre facile, i vari ragionamenti ed i vari processi mentali che avvengono contemporaneamente durante la valutazione di ogni singolo caso e che portano ad effettuare una determinata scelta.
Il concetto a cui mi sono ispirato per semplificare le mie risposte è che bisogna comportarsi come un computer il quale, per poter rispondere a quesiti complessi, prima deve aver immagazzinato una grande quantità di dati singoli, che poi assembla ed elabora considerando nel contempo le possibili variabili, e quindi sceglie la soluzione più idonea o almeno più probabile a seconda delle varie situazioni.
Noi immagazziniamo i singoli dati attraverso l’anamnesi, la visita clinica, le radiografie, il colloquio con il paziente, mentre li assembliamo ed elaboriamo, integrandoli automaticamente con dati già presenti nella nostra memoria (esperienza), durante un appuntamento di “rivalutazione” con una visione di insieme e specifica per quel determinato paziente.
È evidente, quindi, che tanto più elementi riusciremo ad ottenere dal paziente, attraverso una raccolta dati accurata e razionalmente programmata, tanto più le scelte terapeutiche saranno le più idonee per quel determinato soggetto.
Per motivi didattici si è schematizzata la raccolta dati seguendo percorsi obbligati e standardizzati mentre il loro assemblaggio ed elaborazione avviene durante una visita di “rivalutazione” che seguendo “percorsi decisionali” anche essi obbligati alla fine portano a scelte razionali ed evidenti quasi in modo automatico.
Solo disassemblando i problemi, analizzandoli singolarmente, e riassemblandoli analizzandoli nell’insieme, si riuscirà, di volta in volta, a dare risposte più realistiche ed a fare scelte più convenienti.
Questo volume è il tentativo di mettere nero su bianco i percorsi sopra detti e di cercare di insegnare, particolarmente ai giovani, ad avere un approccio rigoroso e razionale nella professione fin dal primo contatto con il paziente.
È doveroso da parte mia qui ringraziare, oltre i tanti allievi che con il loro successo professionale mi hanno enormemente gratificato, anche e soprattutto i colleghi con cui collaboro ed ho collaborato per tanti anni e che hanno contribuito moltissimo alla mia crescita professionale: il dott. Massimo Fuzzi, mio socio da sempre, il dott. Gianfranco Carnevale, esecutore della chirurgia parodontale di tanti casi illustrati in questo testo, ed, infine, un ringraziamento particolare al dott. Maurizio Zilli, coautore di questo libro, che mi è vicino non solo professionalmente ma anche e soprattutto come amico da oltre 30 anni. Maurizio si è prestato con abnegazione e sacrifici alla stesura di questo testo rendendola possibile in quanto senza il suo entusiasmo e la sua spinta non sarebbe mai avvenuta.
Gianfranco Di Febo